Ghiacciai della Patagonia



 

Siamo piccoli difronte all'imponenza della natura. Siamo piccoli eppure abbiamo la presunzione di poterla dominare e gestire a nostro piacere. Non ci rendiamo conto della sua magnitudine finche' non ci troviamo in persona di fronte a tale grandezza, oppure, in casi più sfortunati, quando la sua potenza si manifesta in eventi tragici che impattano le vite umane con conseguenze disastrose.

Voglio dedicare questo articolo ad un elemento naturale molto presente in Patagonia e che ha avuto la capacità di stupirmi ed emozionarmi per la sua presenza poderosa e per la capacità di saper cambiare forma e dimensioni in funzione del contesto geografico in cui fosse ubicato: sto parlando dei Ghiacciai.

Millenari, immense masse di ghiaccio dal colore cangiante e con un’estensione difficile da seguire per l'occhio umano; spettacolari e roboanti quando enormi pezzi si distaccano dalla parete frontale per trasformarsi in iceberg nelle acque che li accolgono, tuttavia fragili ed estremamente sensibili al cambiamento climatico. Sono tra i protagonisti della Patagonia Cilena ed Argentina, non sempre facili da raggiungere, ma dal fascino unico nel momento in cui se ne viene in contatto.



Mappa dei ghiacciai visitati


 

Glaciares Balmaceda e Serrano

La città di Puerto Natales in Cile è stato l'avamposto per effettuare due navigazioni che ci hanno permesso di scoprire alcuni dei ghiacciai più belli di questa zona.

Nella mattina dell'8 Dicembre 2022 siamo partiti con un catamarano alla scoperta dei Glaciares Balmaceda e Serrano.

Situati nel parco Bernardo O'Higgins, è necessario appunto navigare le acque del suo lago per poter raggiungere questi elementi della natura. La navigazione permette di entrare in contatto con la natura incontaminata di queste terre, di osservare i condor che si liberano in volo ad altezze impressionanti sfruttando le correnti ascensionali o le colonie di leoni marini e di poter osservare a 360 gradi i profili montuosi che danno cornice al paesaggio. Nel momento in cui si inizia ad intravedere la presenza dei primi iceberg, si capisce che non è lontano il momento per incontrare i padri di questi piccoli isolotti fluttuanti.

 

Paesaggio Patagonico


Leoni Marini

 

Il primo ghiacciaio visitato in questo tour è stato il Glaciar Serrano. L'imbarcazione è approdata su una piccola banchina immersa tra le montagne permettendo ai viaggiatori di scendere e assaporare la vegetazione di questa area remota. Da qui è iniziato un trekking piuttosto semplice ma spettacolare per arrivare al ghiacciaio. La prima parte del cammino si snoda all'interno della macchia vegetativa, tratto in cui si può osservare una ricca presenza della "barba de viejo", piccolo lichene che cresce sui tronchi degli alberi e la cui presenza indica la purezza dell'aria. Dopo questa fase, il percorso costeggia i bordi di un lago glaciale che un tempo era totalmente ricoperto dal ghiaccio del Serrano, a testimonianza del fatto che il ritiro delle masse glaciali è un fatto acclarato. Tuttavia c'è da aprire una piccola parentesi a riguardo: in molti casi il ritiro dei ghiacciai è dovuto all'innalzamento delle temperature medie dell'atmosfera, il così detto riscaldamento globale a cui l'uomo ha tanto contribuito a partire dalla rivoluzione industriale. Ci sono tuttavia casi di ghiacciai le cui rotture al livello del fronte anteriore sono di carattere fisiologico e del tutto naturale; queste sono dovute ad un equilibrio che si crea tra la massa posteriore che avanza dalle montagne all'acqua e l'impossibilità fisica per il frontone di espandersi ulteriormente (ad esempio per la presenza di masse rocciose o montuose che impediscono la progressiva crescita del ghiacciaio).

Il Glaciar Serrano senza dubbio vive una drastica e progressiva riduzione della propria massa, senza la possibilità di riuscire ad arrivare ad un punto di equilibrio che ne permetterebbe almeno un rallentamento.

Al di là di questi concetti di fisica dei ghiacciai, è doveroso dire che il primo impatto visivo con il Serrano è stato scenografico ed emozionante. La spettacolarità scenografica è data dalla sua posizione, con il corpo che discende dalla montagna ed il fronte di ghiaccio chiuso ai lati da due costoni di roccia. Il tutto a specchiarsi nel lago antistante creando riflessi molto interessanti che includono il verde della vegetazione circostante, cosa non comune quando si visita il fronte di un ghiacciaio remoto.

Arrivare gradualmente davanti a tale bellezza è stata in sé un'esperienza: personalmente è stato il primo ghiacciaio che ho visitato da vicino e la sua figura si è mostrata con gradualità lungo il trekking che abbiamo percorso. Camminando nella vegetazione si scoprivano man mano angoli più aperti che permettevano una visione prima parziale ed infine completa della grande massa di ghiaccio e della bellezza che ne incorniciava i contorni. La pelle d'oca, respiri intensi e una contemplazione profonda con gli occhi atti a catturare ogni dettaglio, ma anche il quadro di insieme; il cuore colmo di meraviglia e la volontà di imprimere in maniera indelebile quell'immagine nella memoria.

Restiamo in contemplazione di questa bellezza per un tempo giusto e lento, sufficiente per vivere appieno l'esperienza ed incamerare i dettagli di questa natura sorprendente.

 

Glaciar Serrano

Glaciar Serrano

Condor sul Glaciar Serrano

Glaciar Serrano

 

Il cammino che ci ha portati nuovamente al catamarano è stato colmo di gioia e soddisfazione, ed è stato piacevole conoscere e parlare con la nostra guida locale, un uomo amante prima di tutto del suo Cile e del Sudamerica, prerogative fondamentali per svolgere con pieno coinvolgimento il suo lavoro.

La navigazione è ripresa tra fiordi e iceberg e ci ha portato di fronte alla seconda meraviglia di questa giornata: il Glaciar Balmaceda. Anch'esso imponente, a differenza del primo è possibile ammirarlo solo dall'imbarcazione in quanto è situato sulla dorsale di una montagna ed il suo fronte si ferma ad una quota più alta rispetto al livello del mare.

La vista è stata spettacolare ed i condor non hanno perso l'occasione di liberarsi in una danza tra le vette per aggiungere fascino a questa scena.

La navigazione ha incluso anche una sosta presso una instancia, dove abbiamo pranzato e brindato con del buon vino rosso cileno insieme ai nostri compagni di viaggio. Non amiamo particolarmente i tour che includono soste "forzate" per il pranzo, ma in tal caso abbiamo apprezzato anche questo; sarà stata la soddisfazione per le bellezze naturali appena viste, sarà perché' l’instancia stessa si trovava in una posizione remota e spettacolare, saranno stati i nostri compagni di tavolo, di certo posso affermare che ci siamo goduti pienamente anche il momento del pranzo ed il successivo lento e rilassante rientro a Puerto Natales.

 

Glaciar Balmaceda

Attracco per la Estancia



Glaciar Grey

Pochi giorni dopo abbiamo dedicato un'intera giornata alla visita del parco nazionale Torres del Paine, scegliendo un tour che ci ha portati in minivan prima a scoprire gli angoli più panoramici e pittoreschi del parco, per poi darci la possibilità di navigare il Lago Grey e conoscere il suo punto più celebre, il Glaciar Grey, con un'esperienza paesaggisticamente diversa rispetto a quella vissuta con Serrano e Balmaceda.

L'approccio al Grey è iniziato con una bella passeggiata sulla spiaggia che costeggia il lago e che permette di arrivare al punto di attracco del catamarano. Una vista pittoresca del lago, con gli iceberg ad arricchire il contorno e la sagoma lontana ed imponente del ghiacciaio che aspettava solo di essere scoperta. Protagonista assoluto della navigazione sulle acque del lago è stato il vento patagonico: forte, freddo e praticamente incessante, ci ha reso la vita difficile sul ponte della nave sia per trovare l'equilibrio per scattare qualche foto decente sia per evitare che pezzi di abbigliamento o attrezzatura si liberassero definitivamente in volo.

Abbiamo tuttavia resistito alla sua potenza (iniziava ad essere una questione di abitudine) e una volta approdati in vicinanza del ghiacciaio, abbiamo potuto godere e contemplare tutta la sua imponenza e bellezza. In tal caso la massa di ghiaccio, che parte sempre dalle montagne circostanti, pone il suo fronte direttamente a contatto con le acque del lago, creando una parete verticale mai uguale a sé stessa, frastagliata e dalle forme e colori cangianti.

L'occhio e la fotocamera non si sono mai stancati di cogliere i tanti particolari di questa opera architettonica della natura: pezzi di parete ghiacciata di un azzurro intenso, alternati ad altri più chiari, spaccature irregolari nell'enorme massa di gelo, contrasto con il verde scuro delle montagne o il grigio del cielo patagonico, migliaia di tonnellate di ghiaccio a perdita d'occhio che a tratti sembravano soffice panna montata.

L'impatto con il Glaciar Grey è stato sicuramente potente ed intenso, l'incontro con un gigante che ci ha mostrato spesso anche la sua vitalità facendo cadere regolarmente in acqua pezzi di parete che creavano uno spettacolo sonoro oltre che visivo.

Anche in tal caso il lento allontanarsi del catamarano dal ghiacciaio è stato accompagnato da lunghi e silenziosi sguardi di saluto e gratitudine verso l'immensa massa di gelo che lentamente si perdeva alla vista.

La preparazione da parte del simpatico equipaggio di cocktail a base di Pisco e ghiaccio prelevato direttamente dagli iceberg ha tuttavia resto l'atmosfera del rientro più allegra e movimentata.

 

Navigazione al Glaciar Grey

Il Glaciar Grey in lontananza

Glaciar Grey

Glaciar Grey

Glaciar Grey

Glaciar Grey

 

 

Perito Moreno

Non si può parlare di Patagonia Argentina senza nominare quello che senza dubbio è il più celebre dei ghiacciai a livello mondiale: sto parlando del Perito Moreno.

Situato nel Parque de los Glaciares, deve la sua fama a diverse caratteristiche: prima fra tutte la sua bellezza ed imponenza.

Il fronte del ghiacciaio, che si divide in due parti, una che guarda il nord del Lago Argentino e l'altra rivolta verso sud, è semplicemente spettacolare. Enormi blocchi di ghiaccio che toccano altezze intorno ai 60m, uniti a formare un’unica e immensa parete, senza soluzione di continuità, diversa ad ogni sguardo ed in ogni angolo ove l'occhio è pronto a perdersi.

Quando lo sguardo lascia la visione della parete principale, per intenderci quella che cade direttamente in acqua, tende con naturalezza a rivolgersi verso l'alto ed inevitabilmente a perdersi nell'infinita massa di gelo che forma il Perito Moreno. Questa si estende sulla dorsale montuosa che lo accoglie per chilometri, fino al punto in cui il ghiacciaio nasce, una distanza così grande la cui origine non può essere colta al semplice sguardo, che nient'altro può se non perdersi fino alla linea dell'orizzonte.

Che fascino pensare che il fronte di questo gigante sta mostrando ai nostri occhi spettatori un ghiaccio che con molta probabilità si è formato in maniera primordiale circa 500 anni orsono, una quantità sufficiente per avergli permesso di vivere l'epoca di Cristoforo Colombo.

Sì, perché ogni ghiacciaio è un fenomeno dinamico in continuo movimento ed un fiocco di neve che va a posarsi ai nostri giorni nelle zone più remote di esso, troverà lo sbocco al mare solo tra diversi secoli.

Insieme a queste caratteristiche di pura bellezza ed interesse geologico, altro punto che gioca a favore della fama mondiale del Perito è l'organizzazione che il governo locale ha allestito per permetterne la visita da parte di turisti e viaggiatori.

La posizione favorevole del ghiacciaio e delle pareti rocciose che lo circondano ha permesso la costruzione di un sistema di passerelle percorribili a piedi e che danno la possibilità al visitatore di poter godere appieno dell'imponenza del ghiacciaio da tantissimi punti di vista e da una distanza in linea d'aria di poche decine o centinaia di metri. Tante sono le balconate e le ringhiere che permettono di contemplare il gigante lungo i circa 5 chilometri del percorso lungo il quale si snodano le passerelle.

Una logistica questa che permette di vivere pienamente l'esperienza a contatto con una simile bellezza della natura e che soprattutto offre la possibilità anche a coloro che hanno limitate capacità motorie di non essere esclusi dal contatto diretto col ghiacciaio.

Il costo per l'ingresso al parco del Perito Moreno, decisamente più contenuto rispetto alle navigazioni o ai parchi nazionali ubicati in Cile, contribuisce ad allargare la fetta di persone che possono vivere una simile esperienza.

Altra forma per godere appieno di tale bellezza è proprio la navigazione lungo le acque del lago Argentino e che lambiscono le pareti frontali.

Il modo più semplice ed economico consiste nel salpare a bordo di un piccolo catamarano da uno dei due porticcioli ubicati in prossimità del ghiacciaio. Questo tipo di navigazione, della durata di un'ora circa, permette di costeggiare una delle due pareti principali (la nord o la sud, a scelta del viaggiatore) ed avere così un'esperienza ancora più diretta con il gigante, da un punto di vista basso (a livello dell'acqua) e da una distanza a tratti irrisoria.

Impossibile per le imbarcazioni avvicinarsi troppo a causa di un altro fenomeno con cui il Perito è solito stupire e deliziare i suoi visitatori: il distacco improvviso di interi pezzi di parete frontale, del peso di diverse migliaia di tonnellate, con conseguente e roboante caduta nelle acque antistanti.

Questo fenomeno, come già accennato in precedenza, nel caso del Perito Moreno è del tutto normale e fisiologico, avendo questo ghiacciaio raggiunto il punto di equilibrio tra massa gelata in formazione e massa che viene liberata in acqua delle sue pareti frontali.

 

Perito Moreno

Perito Moreno

Perito Moreno

Perito Moreno

Perito Moreno

Perito Moreno

Perito Moreno

Perito Moreno

La grande parete del Perito Moreno

 

 

Glaciares Spegazzini e Uppsala

Nel nostro caso abbiamo scelto una forma di navigazione che ha incluso la visita ad altri due spettacolari ghiacciai, l'Uppsala e lo Spegazzini, nonché appunto il Perito Moreno come ciliegina finale dell'intera giornata trascorsa nelle gelide acque di questa regione.

Questo tour si è svolto in una giornata distinta rispetto a quella trascorsa sulle passerelle; scelta orientata proprio a godere al massimo delle due forme di esperienza.

Protagonista inaspettato della navigazione è stato il Glaciar Spegazzini. Nel momento in cui pensavamo di aver esaurito la nostra meraviglia difronte a questi giganti naturali, la sagoma dello Spegazzini, unita alla location in cui è ubicato, è riuscita ancora una volta a stupirci.

È caratterizzato da una parete leggermente meno estesa del Perito Moreno, ma con vette aguzze più alte del celebre cugino, ed è circondato da un remoto paesaggio fatto di montagne dai distinti profili e reso suggestivo dalle nubi patagoniche.

L'immersione in questa visione è resa più densa dalle ore di navigazione necessarie per raggiungere questo ghiacciaio, indice della sua posizione più remota rispetto ai paesaggi già citati in precedenza.

Relativamente all'Uppsala, non è stato possibile avvicinarsi ad esso per una distanza inferiore ai 12 chilometri consentiti a causa di un drammatico ritiro della sua massa di ghiaccio.

Come dicevo in precedenza, ultimo regalo della giornata è stato l'approssimarsi al Perito Moreno, questa volta per via lacustre, con la possibilità di poter ammirare ancora una volta colui che rappresenta il simbolo indiscusso del sensazionale fenomeno geologico che sono i ghiacciai della Patagonia.

 

Condor della Patagonia

Glaciar Spegazzini

Glaciar Spegazzini

Glaciar Spegazzini

Glaciar Spegazzini

Glaciar Spegazzini

Iceberg sulla navigazione per Spegazzini

Paesaggio navigando verso Spegazzini

Glaciar Uppsala

Un ultimo saluto dal lago al Perito Moreno

 

 

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