Buenos Aires, la reina del plata

 

La Casa Rosada in Plaza de Mayo


Unica, vibrante, immensa, una tavolozza di colori, arte, cultura e musica, un vortice in continuo movimento eppure sempre lì, ferma e orgogliosa sulle sponde del Rio de la Plata, un’anima composta dalle mille sfaccettature dei suoi tanti quartieri, così vicini eppure così unici nell’esprimere le proprie peculiarità; questo ed altro è Buenos Aires, capitale dell’Argentina che ci ha accolti e ci ha fatto innamorare di lei.

 

Arriviamo in questa grande metropoli il primo Novembre 2022, dopo un lungo volo transoceanico che ha abbracciato la notte degli spiriti, quella meglio nota come Halloween, ma che a me piace più associare all’antica celebrazione Celtica delle divinità dell’oscurità e dell’aldilà, il giorno in cui iniziava per questo popolo il nuovo anno, la nuova rinascita, in cui le tenebre lasciano posto alla luce.

 

Mi piace pensare che l’associazione di date ed eventi non avvenga mai per caso, ma segua un filo logico che unisce il tutto attraverso una rete invisibile fatta di energia e oscillazioni sincrone.

 

Camminare per le strade di Buenos Aires è come entrare in un vortice in continua trasformazione e come ogni vortice può rapire ed elevare la tua energia oppure travolgerti e lasciarti senza forze. 

 

Fortunatamente abbiamo trovato da subito un buon feeling con la città porteña e le buone sensazioni sono cresciute di giorno in giorno.

 

Abbiamo da subito amato la nostra casa, una B&B situato nel quartiere di Palermo tra le cui pareti si respirava arte, musica e cultura, imprinting ovviamente lasciato dai proprietari dell’immobile, una coppia molto dinamica e piena di energia positiva.

 

La casa presentava un patio all’aperto, con tavoli, sedie e poltrone in cui abbiamo potuto godere dei caldi raggi solari della primavera argentina.

 

La casa di Flor y Max a Palermo

Anche per le strade di Palermo ci siamo sentiti subito a casa, a volte in senso quasi letterario essendo l’architettura di questo quartiere molto simile a quella di quartieri napoletani come il Vomero.

 

Camminare per le sue vie ha avuto sempre un sapore rilassante e, nonostante l’estensione del quartiere stesso, in esso abbiamo respirato l’aria tipica dei luoghi in cui ci si conosce tra abitanti e negozianti, in cui è normale scambiare un saluto e due chiacchiere fuori e dentro le botteghe, in cui alla richiesta di un’informazione la risposta è accompagnata da un sorriso che diventa sempre più avvolgente quando il tuo interlocutore argentino scopre che sei italiano, ed in particolare di Napoli. C’è un’empatia profonda tra i due popoli dovuta ai tanti flussi migratori degli italiani di inizio novecento verso queste terre; flussi che oggi hanno lasciato negli argentini i cognomi, i ricordi dei nonni, le tradizioni e l’amore per lo Stivale. Quell’amore che si acuisce e diventa abbraccio e festa quando scoprono che siamo di Napoli, la città unita a Buenos Aires da un filo ancora più forte grazie alla storia di Diego Armando Maradona, uomo unico e idolo indiscusso dei due popoli.

 

Ed è proprio Diego un altro grande protagonista di questa città. In ogni angolo se ne respira la presenza, i suoi murales sono disseminati in tutti i quartieri, le sue foto presenti ovunque, nei negozi, birrerie e ristoranti, il suo diez sulle spalle dei ninos che giocano al futbol nei campetti sterrati, e quella Boca, il quartiere colorato a sud della città in cui sembra che il suo mito e la sua leggenda siano ancora più forti e mai mutati nel tempo.

 




 

 


Lo stadio che lo ha consacrato al grande pubblico, la Bombonera sede del Boca Juniors, è un’istituzione da visitare a Buenos Aires, anche per coloro che non amano il calcio, perché in questo caso non si visita solo uno stadio sportivo, bensì attorno ad esso si respira un elemento fondamentale della cultura di questo paese, la passione per il futbol e l’amore per uno degli uomini ed atleti più grandi e controversi della storia, Diego.

 

La Bombonera

I colori dominanti nel quartiere della Boca sono il giallo blu della squadra locale; li si trova ovunque per le sue strade, e li si vede sfumare solo nei pressi del Caminito, piccolo barrio immerso in quest’area della città caratterizzato da un’identità unica e bizzarra, fatta di edifici colorati, botteghe artigianali e grandi statue caricaturali che richiamano gli eroi argentini, da Papa Francesco a Che Guevara, da Maradona a Messi ed Eva Peron per citarne alcuni.

 

Sicuramente questo angolo della capitale è molto a misura di turista, ma in questo caso non me la sento di prendere questa definizione ed associarla ad esso con accezione negativa. Viverlo senza pregiudizi dona leggerezza ed allegria, camminare per le sue stradine, immersi tra colori, odore di parrilla, note e ballerini di tango, oggetti di artigianato di ogni tipo, assaggi di Dulce de Leche è un’esperienza unica ed intensa, quasi terapeutica e pacifica e che ti allontana per un po' dal caos senza sosta delle avenidas principali della città.

 

Caminito

Caminito






Un elemento fondamentale che si respira e soprattutto si ascolta per le strade di Buenos Aires è la musica, in particolare il Tango. Genere musicale e ballo nato alla fine dell’Ottocento come espressione popolare, oggi è dominante in ogni angolo della città. Le sue note arrivano dalle milonghe, locali in cui si radunano gli argentini per ballare e lasciarsi andare alle note calde e sensuali di questa musica, dalle piazze della città, in cui è facile imbattersi in ballerini professionisti che donano ai passanti vere e proprie performance, dai teatri, dalle vinerie e dalle case; in poche parole il Tango è ovunque.


Personalmente trovo questo genere musicale e questo ballo magici, avvolgenti e sensuali, espressione di pathos e vibrazione erotica tra due individui che si muovono in maniera sinuosa ed elegante, con rispetto reciproco, in un gioco di sguardi, coordinazione e leggerezza infinita.

 

Il quartiere dove probabilmente la percezione di questa espressione artistica è ancor più forte è San Telmo. Questo barrio di Buenos Aires ha qualcosa di magico, un sapore antico e un po' bohémien, un’atmosfera rilassata ed un carattere artistico, edifici in stile liberty di inizio novecento che inevitabilmente ti riportano in un’altra epoca.

 

In piazza Dorrego, una delle più antiche della capitale, la presenza di ballerini di Tango è costante e grazie a loro l’aria si riempie di musica e buone vibrazioni.

 

Ballerini di Tango in Piazza Dorrego a San Telmo

A due passi dalla piazza, San Telmo ospita un mercato coperto stabile che affonda le proprie origini all’inizio del secolo scorso. Perdersi nel mercato è un’esperienza da fare se si passa da queste parti; principalmente vi si trovano botteghe di cibo locale, ma è facile imbattersi anche in piccoli stand di artigianato o abiti. Personalmente abbiamo mangiato in questo mercato le empanadas di strada più buone della nostra esperienza argentina, in particolare quelle de El Hornero, assolutamente da non perdere.

 

Dettaglio del mercato coperto di San Telmo




 

La domenica è il giorno della settimana in cui questo bellissimo barrio si anima nella sua massima espressione grazie alla Feria de San Telmo, il mercato domenicale che si tiene tradizionalmente per le sue stradine.

Stand di ogni tipo occupano le strade più centrali e la cosa più bella è perdersi tra essi senza seguire un preciso ordine logico, passando da oggetti di antiquariato, all’immancabile Mate che si incontra in diversi materiali e forme, ad oggettini evocativi della storia d’Argentina e dei suoi personaggi iconici.

 

Feria de San Telmo

Feria de San Telmo

Feria de San Telmo

A far concorrenza alla Feria di San Telmo, nella zona sud della città si svolge un altro mercato domenicale, la Feria de Mataderos, con dimensioni nettamente più estese e varietà della mercanzia aperta ad una fetta più ampia di popolazione, dando possibilità di acquisto anche ai ceti meno abbienti essendo i prezzi decisamente più abbordabili in questa zona.

 

Fiera de Mataderos

Fiera de Mataderos

Riprendendo il discorso musicale, Il Tango non è il solo genere che si respira a Buenos Aires; la città si anima di eventi di ogni tipo, dalla musica tradizionale, fatta di suoni intensi e malinconici, armonica, piano e chitarra, ai concerti rock di grande imponenza come gli eventi negli stadi, a quelli più piccoli nei locali underground dove capita di ascoltare band di assoluto interesse. La scena underground poi ospita ogni altro tipo di evento, basta solo perdersi per la città e scegliere quello a sé più congeniale.

 

Musica e Cultura procedono di pari passo e proprio nel Centro Culturale Kirchner abbiamo avuto la possibilità di assistere gratuitamente ad un intenso concerto di musica tradizionale, il cui protagonista è stato l’artista Franco Luciani, piuttosto noto in Argentina. L’evento si è svolto all’interno di un auditorium di recente costruzione e dall’acustica perfetta (la ballena azul), che ricordava un po' lo stile di Renzo Piano nell’Auditorium della Musica a Roma, ed il fatto che l’ingresso sia stato gratuito ci ha fatto capire quanto sia importante la diffusione culturale nella capitale argentina.

 

Il Centro Kirchner propone anche mostre temporanee ed un interessante salone in cui lavorava Eva Peron, impegnata in una delle sue tante campagne di solidarietà.

 

Nel periodo di nostra permanenza a Buenos Aires, Carolina ha avuto anche la possibilità di assistere al concerto dei Coldplay nello stadio del River Plate, grazie ad una fortunata combinazione di eventi che ci ha fatto incontrare un amico statunitense di passaggio in città per la band britannica e con un biglietto extra a disposizione.

 

   Gli eventi culturali vanno di pari passo con quelli musicali e tra musei, esposizioni d’arte temporanee, teatri, di cui uno bellissimo trasformato in biblioteca, eventi di rievocazione della storia del paese, centri culturali, la scelta è pressoché illimitata.

   Mi piace citare alcune delle esperienze più intense fatte in questo senso durante la nostra permanenza a Buenos Aires: 

   Il cimitero della Recoleta: una manifestazione monumentale unica al mondo, in cui le tombe e le cappelle dei defunti sono dei veri e propri monumenti degni di notevole nota artistica.

Altra particolarità è che in questo cimitero riposano molti personaggi celebri della storia argentina, prima fra tutte l’indimenticata Eva Peron Duarte.

Il tour guidato tra i vialetti ornati di alberi e monumenti ha sicuramente arricchito l’esperienza, permettendoci di conoscere a fondo aneddoti e peculiarità di questo luogo e le storie più di spicco di coloro che qui giacciono in pace.

Il MALBA: centro dell’arte moderna e contemporanea latinoamericana, il museo ospita anche esposizioni temporanee, come un omaggio a Frida Kahlo che abbiamo avuto la fortuna di poter ammirare durante la nostra visita.

Il Teatro Colon: splendido esempio di architettura teatrale di inizio novecento. Restaurato recentemente è un’espressione architettonica di rara bellezza, qualcosa di unico al mondo che sicuramente merita una visita.

Mirador Guemes Gallery: Interessante punto di vista di una parte della città dal quattordicesimo piano di un edificio galleria ubicato nella famosa calle Florida.

El Ateneo Grand Splendid: Un teatro trasformato in biblioteca è un’esperienza unica e difficile da descrivere in semplici parole. È un camminare tra gli scaffali e respirare contemporaneamente il sapore della cultura attraverso l’odore dei libri e l’atmosfera di quella che fu sede di eventi teatrali, perdendo lo sguardo su quello che un tempo era il palcoscenico o calpestando la classica morbida moquette della platea.

ESMA: Ex centro di formazione meccanica dell’armata argentina, oggi l’ESMA è uno spazio di esposizione dedicato alla memoria di una delle più drammatiche vicende della storia Argentina degli ultimi decenni, la persecuzione da parte del regime dittatoriale contro coloro che venivano definiti oppositori politici a cavallo tra gli anni settanta e ottanta. Ragazzi e ragazze imprigionati e torturati fino alla morte solo perché esprimevano idee diverse dal regime in vigore. 

Le madri di questi giovani hanno poi avviato ad inizio anni ottanta un movimento pacifico di protesta che ancora oggi le vede sfilare ogni giovedì alle 15:30 in Plaza de Mayo, di fronte a la Casa Rosada e che identifica nel fazzoletto bianco da loro indossato sul capo il simbolo di questa protesta, semplice ma potentissimo. 

Le espressioni dei loro volti, dietro cui si celano storie di sofferenza, amore, determinazione e tanta dolcezza, sono state immortalate in scatti fotografici esposti all’ESMA dall’impatto emotivo molto forte.

 

Cimitero de la Recoleta


MALBA

MALBA

Teatro Colon
                                                                   

Mirador Guemes


Ateneo Gran Splendid

Dettaglio dell'ESMA

Dettaglio dell'ESMA

Dettaglio dell'ESMA

Proprio nell’ultimo giovedì di permanenza nella capitale argentina ci siamo recati in visita a Plaza de Mayo per assistere alla rievocazione settimanale della protesta pacifica, ma quello a cui ci siamo trovati difronte è stato un qualcosa di ben più potente ed intenso.

 

Pochi giorni prima era venuta a mancare una delle madri fondatrici del movimento e, nel giorno in cui ci siamo ritrovati nella celebre piazza, stava avvenendo la cerimonia di spargimento delle ceneri dell’anziana donna attorno a quell’obelisco che l’aveva vista marciare infinite volte a favore dei diritti dei desaparecidos.

 

Ci siamo ritrovati immersi in un bagno di folla, bandiere, fotografie commemorative ed emozioni, abbiamo partecipato quasi inconsapevolmente ad un momento importante della storia di questo paese, un misto di commozione e devozione.

 

Commemorazioni in Plaza de Mayo per la madre fondatrice

Plaza de Mayo è il fulcro di quello che viene definito centro della città; in essa è ubicata la Casa Rosada, sede del governo argentino e uno dei simboli rappresentativi di Buenos Aires. L’edificio è celebre per gli storici discorsi tenuti alla folla da Eva Peron Duarte, la carismatica moglie del Presidente Peron, a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta, ma è anche un simbolo controverso, in quanto sede del potere politico che nell’ultimo secolo è stato capace di portare più delusioni che gioie ad un’Argentina in quasi perenne crisi economica.

 

La Piazza è storicamente anche il centro da cui partono le tantissime manifestazioni di protesta che prendono atto in questo paese. In essa si riuniscono periodicamente migliaia di persone per alzare unite la voce sui più svariati temi della società civile, dal lavoro alle ingiustizie sociali, dalle persecuzioni all’intolleranza verso le etnie minoritarie o le comunità di nicchia.

 

Nella nostra permanenza in capitale porteña abbiamo partecipato proprio ad una di queste manifestazioni, quella dedicata all’orgoglio LGBT. Una festa fatta di colori, musica e migliaia di persone nella massima espressione della propria personalità, libere di esprimersi senza giudizio o pregiudizio, un’energia coinvolgente che ci ha portati da Plaza de Mayo fino all’Avenida 9 de Julio, passando per la Avenida de Mayo, strade iconiche della città.

 

Dia del Orgullo

Proprio l’Avenida 9 de Julio, immensa arteria stradale, ospita uno dei simboli della metropoli argentina, un Obelisco alto più di sessanta metri e visibile ogni volta che si interseca questa grande strada o la si percorre immersi nel suo flusso stradale in autobus o in taxi.

 

Obelisco a pochi minuti da una partita dei mondiali

Buenos Aires, nonostante le migliaia di edifici e strade che coprono la sua superficie, presenta anche aree verdi di notevole estensione ed interesse.

 

Noi abbiamo visitato il Parque Tres de Febrero, ornato da un colorato giardino di rose, e la riserva naturale di Costa Nera, un grande polmone verde che si estende lungo le sponde del Rio de la Plata.

 

Oltre quelli appena citati, in città sono presenti anche un Giardino Botanico ed un Parco Giapponese, di sicuro interesse, ma che non abbiamo avuto l’opportunità di visitare.

 

Un’area atipica e piuttosto distante dal centro (circa 30km) è il quartiere di Tigre, zona lagunare che non richiama la struttura dei quartieri residenziali o centrali di Buenos Aires, bensì è formata da tanti canali che si intrecciano a formare il delta del fiume Paranà.

 

Navigando sulle acque di Tigre

Abbiamo effettuato una navigazione tipica di questa zona, che ti porta a scoprire una piccola parte della grande e fitta rete acquatica; l’esperienza è stata interessante da un punto di vista conoscitivo di questo luogo remoto della capitale argentina, ma poco entusiasmante per ciò che riguarda la bellezza e l’iconicità dei paesaggi.

 

Degni di nota sono anche il quartiere Retiro e l’ex zona portuaria di Puerto Madero.

 

Il primo si distingue per la particolare eleganza degli edifici e delle boutique, segno di una maggior concentrazione di ricchezza in questa zona, il secondo è una lunga darsena architettonicamente recuperata e modernizzata negli ultimi anni in cui è piacevole camminare ed ammirare il mix tra edifici moderni e costruzioni del vecchio porto, imbarcazioni ormeggiate lungo le sponde della darsena, tra cui spiccano alcuni velieri, e l’iconico Ponte de la Mujer progettato dal famoso architetto Santiago Calatrava.

 

Puerto Madero si tinge ancor più di interesse e fascino quando i raggi solari lasciano gradualmente posto alle luci scintillanti della sera che, specchiandosi nelle acque della darsena, ne esaltano il profilo elegante e sinuoso.

 

Puerto Madero

Nella nostra permanenza a Buenos Aires abbiamo avuto l’opportunità di assistere ad uno degli eventi più famosi dell’interna nazione per la cultura Gaucha: il Festival de la Tradicion che ogni anno ha luogo a San Antonio de Areco, piccolo centro rurale a circa due ore di autobus dalla grande città.

 

Abbiamo potuto ammirare la bellezza dei Gauchos (i cowboy della pampa) in sella ai loro cavalli e vestiti degli abiti tradizionali. Gli stessi si sono esibiti in diverse attività che andavano da vere e proprie gare di abilità alle sfilate di meravigliose mandrie di destrieri appartenenti ad allevamenti di diverse regioni dell’Argentina.

 

Gauchos a San Antonio de Areco

Nell’ultimo fine settimana di permanenza nella capitale siamo stati immersi dalla musica di strada di un festival che si è tenuto proprio nel crocevia di strade in cui era ubicato il nostro b&b (Calle Zelaya nel quartiere di Abasto). Quando abbiamo prenotato non avevamo idea che saremmo stati avvolti da tanta buona musica, balli e stand culinari proprio ad un passo dal portone di casa; inoltre la zona di Zelaya è il luogo della città in cui si respira più forte l’anima e l’influenza musicale di Carlos Gardel, uno dei padri del Tango e grande personaggio del novecento a cui è stato anche dedicato un museo.

Ad aggiungere colore a questa esperienza ha contribuito la nostra proprietaria di casa, Vivian, una donna che sapeva prima di tutto sorriderti con gli occhi e che riusciva a coinvolgerti con il suo spirito allegro e musicale. Grazie a lei ho provato il mio primo Mate Argentino, dal sapore intenso e interessante, ma non ancora all'altezza per sostutuire il mio amato caffè.

 

Con la splendida Vivian ad Abasto

Musica e balli ad Abasto

Carlos Gardel per le strade di Abasto

Sarà stato un caso, ma ci piace leggere questo come un congedo da parte di Buenos Aires, a poche ore dalla nostra partenza per Ushuaia, nel segno dell’allegria e di quell’espressione artistica misto di danza e musica il cui ritmo richiama il battito del cuore grande di questa immensa metropoli che ci ha accolti, avvolti e fatti sentire a casa come raramente può accadere in altri angoli di mondo.

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