Ushuaia, Tierra del Fuego



 

Ci sono luoghi nel mondo dei quali ti sembra di aver ascoltato storie e racconti da sempre, luoghi remoti e osservati solo attraverso documentari televisivi o articoli di viaggio, luoghi che nel tempo si fissano nella memoria coprendosi di un’aura mistica, così lontani e surreali che quasi ti avvolge la convinzione che sia impossibile raggiungerli nel proprio percorso di vita.


Ushuaia è uno di questi, ubicato in Terra del Fuoco, estremo sud del continente americano.

Terra che in realtà è isola, fuoco che diventa ghiaccio nel momento in cui metti piede in questa zona remota e ne percepisci le condizioni climatiche, avamposto più prossimo all’infinita massa di ghiaccio che è l’Antartide.

Sede di canali e stretti marittimi iconici, percorsi dai primi navigatori cinque secoli orsono e che salpavano dall’Europa alla scoperta di terre estreme, molte volte a costo della propria vita.

Terra di pinguini, leoni marini, balene ed un’infinita varietà di uccelli e altre specie appartenenti ad una fauna poco nota a noi europei.

Terra in cui gli elementi della natura possono esprimersi al massimo della propria forza e vigore; a volte unendosi in una combinazione affascinante ed armonica, creando cornici di grande bellezza per il paesaggio naturale, altre invece portando all’estremo la vivibilità di questi luoghi e riportando alla nostra coscienza la consapevolezza della potenza della natura e del rispetto da nutrire per essa e i suoi cicli.

 

Siamo arrivati ad Ushuaia con un volo partito da Buenos Aires il 28 Novembre 2022, non un volo qualunque, ma una vera e propria esperienza di vita.

Al di là delle perturbazioni che hanno accompagnato buona parte delle tre ore e mezza di traversata, la parte più bella ed emozionante di questo viaggio ha avuto luogo proprio quando il velivolo ha avviato le manovre di atterraggio per approcciare alla Terra del Fuoco.

Uno sguardo dal finestrino e la visione di un paesaggio dalla morfologia unica e nuova per i nostri occhi, terre frastagliate tra mare, isole e montagne, una luce solare chiara, limpidissima e quasi accecante, tagliata a volte solo da soffici e placidi blocchi di nubi.

Il vento delle terre estreme è stato l’altro elemento che ha accompagnato l’esperienza facendo oscillare l’aereo in una danza a tratti spaventosa e per altri avventurosa e adrenalinica.

Ushuaia è riuscita dunque a lasciare il segno ancor prima di addentrarsi alla sua scoperta e a quella dei territori che la circondano.

 

Ad accoglierci in aeroporto la proprietaria del b&b dove avremmo alloggiato per circa una settimana: Erica. Vivace e piena di energia sarà la chiave che ci permetterà di vivere al meglio le esperienze in questo meraviglioso angolo di mondo grazie alla sua eccellente capacità organizzativa.

 

Il tempo di disfare le valigie e subito ci siamo immersi nella prima emozionante esperienza dei nostri giorni a Ushuaia: la navigazione attraverso il Canale di Beagle, iconico stretto di acque che divide la grande isola della Terra del Fuoco (Argentina) da altri isolotti ubicati sul lato sud ed appartenenti allo stato del Cile.

Siamo salpati a bordo di un catamarano dal porto di Ushuaia e abbiamo navigato per diverse ore attraverso questo storico canale ammirando il fascino delle terre estreme, montagne e ghiacciai che si alternano in lontananza e famiglie di leoni marini stesi placidi sugli scogli a condividere il territorio con i cormorani.

L’incedere graduale dell’imbarcazione ci ha permesso di assaporare con calma e meraviglia tutto questo, effettuando diverse fermate di alcuni minuti nei pressi dei punti più iconici del canale.

Uno di questi è il Faro della fine del mondo (Faro Les Eclaireurs), da sempre ammirato negli articoli di viaggio dedicati a queste terre e ora finalmente ad una distanza irrisoria.

Il suo profilo crea un quadro suggestivo con l’insieme del mare, delle nuvole e delle montagne che lo circondano, un mix fotogenico che facilmente si imprime nella memoria.

Uno dei momenti più emozionanti della navigazione si raggiunge quando il catamarano approccia a pochi metri dall’Isla Martillo e dalla balconata dello stesso è possibile ammirare la folta colonia di Pinguini Magellano. Questa è una delle tante specie di pinguini presenti in Patagonia, la cui caratteristica è un’altezza media di circa 60cm e striature bianche e nere lungo il corpo.

I simpatici pennuti erano davvero numerosi, ed osservarli nei loro gesti e movimenti ad una distanza così ravvicinata è stato uno spettacolo. Alcuni camminavano con la loro tipica andatura dirigendosi verso il mare per un tuffo, altri semplicemente oziavano stesi sulla ghiaia ed altri ancora sembrava che si stessero baciando facendo urtare delicatamente i propri becchi.

Ho fatto del mio meglio per cogliere questi momenti con la macchina fotografica, ma ciò che una fotografia non potrà mai esprimere sono le sensazioni provate di fronte a tale meraviglia.

Il rientro verso il porto di Ushuaia è stato un farci cullare dall’andatura del Catamarano, ammirando dal suo interno i meravigliosi paesaggi assaporati pochi minuti prima sfidando il gelido vento del fuori coperta. Le pochissime ore di sonno sulle spalle dovute alla partenza notturna del volo da Buenos Aires ci hanno permesso di entrare in uno stato contemplativo e quasi onirico, godendoci tutto ciò che questa traversata ci ha potuto regalare nel primo giorno in terre estreme.

 

 

Canale di Beagle

Canale di Beagle- Faro Les Eclaireurs

Canale di Beagle

Canale di Beagle


Leoni marini nel Canale di Beagle


Pinguini Magellano in Isla Martillo

Isla Martillo

Isla Martillo



Ushuaia è circondata da parchi naturali, montagne, ghiacciai, laghi, mare, in pratica un insieme di elementi naturali che permettono ad un viaggiatore una vasta scelta di esperienze da intraprendere.

 

Il trekking al Glaciar Martial per noi è stata una di queste. Un percorso di 5 o 6 km solo andata che si sviluppa in salita e porta alle pendici di questo ghiacciaio attraversando un paesaggio a tratti verde e rigoglioso e per altri punti aspro e roccioso. Compagno instancabile della traversata è stato il vento patagonico che nei punti più esposti del cammino quasi ha rischiato di portarci con sé. L’arrivo al ghiacciaio è stato comunque spettacolare, un po' per la sua imponenza e bellezza e un po' per il paesaggio aperto e suggestivo che si apprezza ruotando lo sguardo a 360 gradi con vista panoramico sulla città di Ushuaia e la sua baia.


 

Glaciar Martial


Vista della baia di Ushuaia dal Glaciar Martial

 

Altro bellissimo cammino in natura a pochi km da Ushuaia è il trekking alla Laguna Esmeralda ed anche in questo caso la distanza da percorrere è stata di circa 10km totali tra andata e ritorno. A differenza del Glaciar Martial, il cammino verso la laguna è più armonico e con pendenze minori, si snoda attraverso boschi e radure aperte in cui è possibile apprezzare la flora patagonica; i ruscelli disegnano il percorso e ti accompagnano lungo i sentieri, alternando la presenza di piccoli e scenografici ponticelli.

La laguna è nascosta da un piccolo pendio che rende la sorpresa e lo spettacolo più emozionanti. Infatti, dopo una piccola salita rocciosa, ci si trova davanti ad uno specchio d’acqua di montagna dal color turchese che si intensifica quando i raggi solari diventano più intensi. C’è da dire che anche in presenza di nuvole la Laguna Esmeralda mantiene il suo fascino e la varietà della vegetazione lungo il suo perimetro ne rendono la vista dai diversi punti del percorso davvero suggestiva.

Le nuvole saranno poi le protagoniste del nostro cammino di ritorno verso il punto di partenza; un intenso acquazzone ci ha accompagnati lungo i circa 5 km di percorso alternando forti raffiche di vento che contribuivano a percepire il freddo in maniera ancor più intensa. Abbiamo così testato i famosi cambiamenti del clima patagonico che possono portare ad un repentino alternarsi delle quattro stagioni nel giro di poche ore.

Una doccia ed una bevanda calda in ogni caso sono il rimedio migliore dopo una simile esposizione agli elementi freddi.

 

 

Laguna Esmeralda

Trekking alla Laguna Esmeralda

Trekking alla Laguna Esmeralda

Laguna Esmeralda

 

Il parco nazionale più celebre della zona di Ushuaia è il Parque Nacional Tierra del Fuego ubicato a circa 12km dalla città. Piuttosto grande ed articolato, non è semplice catturare la forma migliore per percorrerlo dopo le prime informazioni raccolte tra siti di viaggio e centri di informazione del turismo. Dopo diverse ricerche è stato piuttosto evidente che avere un proprio veicolo a disposizione fosse la maniera più semplice per avere un’esperienza completa del parco.

I punti più interessanti di questa area naturale sono ubicati a distanza di diversi km gli uni dagli altri e questo rende impossibile visitarli tutti nello stesso giorno. Solo i trekking di più giorni, con accampamento in tenda per la notte, possono permettere di percorrerlo in maniera completa.

Non avendo una tenda a disposizione e non avendo il desiderio di spendere più di un giorno nel parco, la soluzione alle nostre necessità è stata Erica, proprietaria del b&b, che da qualche anno si sta improvvisando organizzatrice e guida turistica con risultati probabilmente migliori rispetto alle agenzie private locali.

Grazie al suo tour personalizzato abbiamo potuto godere di diversi punti panoramici ed effettuare piccoli e piacevoli hiking all’interno del parco che ce ne hanno fatto apprezzare la morfologia e le diverse peculiarità; laghi, ruscelli, arbusti tipici di questa zona ed un vasto prato di torba su cui ci siamo distesi godendo appieno della sua sorprendente sofficità.

 

Il parco nazionale è sicuramente un’area interessante e che richiama un proprio fascino, tuttavia l’esperienza vissuta in esso non l’ho ritenuta all’altezza degli altri luoghi visitati ad Ushuaia e precedentemente raccontati.

Non posso dare un giudizio completo, avendo vissuto solo una giornata nel parco caratterizzata da visite ai suoi punti salienti, ma ciò di cui il mio istinto è sicuro è che su di esso il marketing del turismo cerca di spingere in maniera più preponderante rispetto ad altri piccoli gioielli che, per ragioni ancor poco note, restano al di fuori della grande propaganda di questo mercato.

Da viaggiatore amante dell’aspetto più incontaminato e dell’autenticità dei luoghi non posso che apprezzare l’esclusione dal mainstream degli angoli più remoti e affascinanti del nostro pianeta.

 

 


Parque Nacional Tierra del Fuego


 

Oltre alle intense esperienze immersi nella natura che la circonda, Ushuaia ci ha regalato anche bellissime passeggiate attraverso il lungomare, un cammino che offre viste suggestive e sempre cangianti in funzione delle condizioni climatiche e del punto di osservazione. Le barche ormeggiate, tra cui anche un relitto, sono le protagoniste di questo quadro in movimento le cui forme vengono disegnate e cambiate da una natura mai simile a sé stessa.

 

 



Lungomare di Ushuaia


 

La nostra permanenza in Terra del Fuoco è stata anche condita dall’entusiasmo degli argentini per le partite della nazionale di calcio nel campionato del mondo. Abbiamo assistito a due incontri dell’Argentina ad Ushuaia e dopo ogni vittoria ci siamo immersi nei goliardici festeggiamenti per le strade della città, tra cori, trombe, colori, bambini sulle spalle dei genitori ed un’esaltazione degna della vittoria finale del mondiale nonostante le partite citate fossero incontri appartenenti alle fasi preliminari del torneo.

 

 



 

 

Avevamo battezzato Ushuaia qualche anno fa come meta finale di un viaggio che avrebbe dovuto svolgersi dal Messico al Sudamerica, attraversando via terra i tanti paesi e le culture lungo questo cammino. Tuttavia di sovente nella vita il corso delle cose non segue ciò che è stato preventivamente pianificato, e quest’effetto è ancor più amplificato se ci si espone alle variabili del cammino con spirito aperto alla mutevolezza dell’universo.

 

A distanza di circa tre anni Ushuaia ha cambiato il suo ruolo da punto di arrivo al luogo che avrebbe invece rappresentato il punto di partenza per un nuovo cammino alla scoperta delle terre estreme della Patagonia.  

 

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