Eroi delle rivoluzioni latinoamericane (Museo della Rivoluzione - Leon) |
Cosa succede quando arrivi in un paese senza alcuna
aspettativa e d’improvviso ti ritrovi avvolto da un’incredibile intensità di
luoghi, una natura varia e incontaminata, laghi grandi come mari e una storia
politico rivoluzionaria a dir poco da brividi?....beh, succede che sei approdato
in Nicaragua.
Ma facciamo un passo indietro e iniziamo con il primo
incontro con questo paese. In una giornata di inizio Febbraio attraversiamo
mezzo Honduras per arrivare alla frontiera Nicaraguense de El Espino; il sole
si sta già nascondendo dietro le montagne, le lunghe procedure doganali hanno
inizio e la buona energia di questa terra ci fa trovare dopo una breve ricerca
un alloggio rurale proprio all’ingresso del canyon di Somoto, nostra prima
tappa nel paese.
Francisco, proprietario della struttura, ci viene incontro
alla frontiera per poi scortarci fino a casa sua con un passaggio in taxi.
Casa di campagna immersa in una grande fattoria, stanze
spartane ma comode, solo i rumori della natura attorno e un cielo pieno di
stelle…siamo nel posto giusto! A completare il quadro, dopo una lunga giornata
di viaggio, la moglie di Francisco, Jorlie, ci prepara una cena a dir poco
ricca e gustosa che ci riporta sulla terra.
Particolare della Fattoria |
L’indomani mattina il canyon prende la scena da protagonista
e conquista i nostri cuori. Iniziamo il cammino proprio dalla finca con la
guida del buon Anastasio, i primi km sono un piacevole hiking in natura e,
quando alla fine del percorso scorgiamo il primo rivoletto d’acqua, capiamo che
di lí a pochi passi sarebbe iniziata la vera avventura.
Canyon di Somoto |
Da quel momento inizia lo spettacolo: dopo un primo tratto
di camminata nelle acque basse del fiume, ci immergiamo totalmente in esse
quando l’unica maniera percorribile è nuotare. Grazie ai giubbotti stile rescue
il nuotare in realtà diventa un essere dolcemente trasportati dalla corrente
del fiume all’interno di questa gola dalle alte pareti rocciose e in alcuni
tratti stretta solo pochi metri.
Lo spettacolo che si ammira dall’acqua lascia
a bocca aperta, il moto lento ti permette di assaporare ogni angolo del canyon,
ogni pezzo di roccia, ogni raro raggio di sole che proprio oggi ha deciso di lasciare
timido il posto ad una pioggerellina che rende il quadro ancora più romantico.
Ci sono momenti in cui inizio a ridere senza un apparente
motivo; in realtà questo è ben chiaro al mio cuore e l’infusione di serotonina
a cui questo luogo inevitabilmente ti sottopone aiuta l’effetto finale ben
visibile sul mio viso.
|
Il percorso si chiude con un piacevole tratto in barca ed
una camminata finale in natura per uscire dall’area del canyon; 5 ore grazie
alle quali ti senti ancor più grato alla vita, alla meravigliosa natura che il
nostro pianeta ci mette a disposizione e alla scelta di viaggiare senza tempo
per scoprirne gli angoli più belli.
|
Lasciato il canyon di Somoto, dopo una sosta di un giorno
nella cittadina di Estelí, proseguiamo il cammino verso la città di Leon. Qui
entriamo in pieno contatto con la storia che ha avvolto il Nicaragua
nell’ultimo secolo, una storia fatta di ribellione a regimi imperialisti e una
rivoluzione che ha segnato definitivamente lo scenario politico di questo
paese.
L’approccio con Leon è stato in realtà timido e fin troppo
caldo (praticamente un pieno Agosto a Napoli dal punto di vista climatico); appena
arrivati in ostello, apprendiamo di costi assurdi (almeno per backpackers e
viaggiatori con un budget low cost) per i tour sui vulcani vicini (dai 25 ai 45
US$) e iniziamo a storcere il naso.
La città tuttavia riesce a riportare su il morale con la sua
atmosfera tranquilla, i murales che parlano di storia e rivolta, chiese
improvvise che ti sorprendono dietro angoli di strade e la cattedrale più
grande del Centro America dal cui tetto è possibile ammirare l’intera città e
l’insieme di vulcani che la circondano. Ma
sarà la visita al museo della rivoluzione il punto di svolta della nostra
visita a Leon e sicuramente del viaggio in Nicaragua.
Murales a Leon |
|
|
Scorcio di Leon |
Cattedrale di Leon |
Sul tetto della cattedrale |
Il tutto inizia in una caldissima giornata che decidiamo di iniziare con
un’escursione verso la vicina spiaggia de Las Penitas. Questa si presenta
vasta, oceanica e ideale per il surf, ma il caldo estremo non ci permette di
viverla appieno e cosí, a metá giornata, decidiamo di rientrare in cittá.
Con fare lento e gli infradito ancora al piede finalmente
arriviamo al museo.
Ad accoglierci un uomo sulla sessantina e dallo sguardo
fiero si presenta come nostra guida per la visita, indossando per l’occasione
il basco da guerrigliero: lui è Marcelo, ex combattente del fronte sandinista
nelle tante battaglie occorse contro il regime dittatoriale del suo paese.
Il suo racconto, pieno di enfasi, passione e trasporto,
trasformerà una semplice visita in una vera e propria esperienza emozionale
attraverso le vicende delle rivolte e delle battaglie sandiniste.
Ci introduce
alla figura di Augusto Sandino, eroe nazionale che ad inizio ‘900 ebbe il
coraggio e la capacità di ribellarsi all’inarrestabile incedere
dell’imperialismo nordamericano e di infliggere dure sconfitte al più equipaggiato
esercito statunitense mettendo in campo un’armata di contadini, donne e neo
guerriglieri armati prima di tutto di un’insaziabile voglia di libertá.
Museo della Rivoluzione |
|
Sandino sará poi assassinato a causa tradimento del governo
centrale e per mezzo di una vigliacca imboscata; ma la storia insegna che le
idee dei grandi uomini rivoluzionari diventano immortali. Ció che Sandino ha
seminato ha fatto breccia negli anni a venire nei cuori di tanti giovani
rivoluzionari che, dopo anni di lotte, sofferenze e perdite umane e materiali
imponenti, sono riusciti a porre fine nel 1979 a quarant’anni di dittatura
grazie alla celeberrima rivoluzione sandinista.
Marcelo prosegue il suo racconto, ci mostra orgoglioso una
foto che lo ritrae nel 1976 nel mezzo della guerriglia e ci fa salire sul tetto
dell’edificio del museo per mostrarci la città e un brandello di bandiera
sandinista che permane sul suo vessillo dal lontano ’79, come quasi a ricordare
alle nuove e vecchie generazioni e ai viaggiatori di passaggio che in questo
angolo di mondo si é combattuta una delle più importanti lotte di liberazione
dello scorso secolo.
Questo piccolo grande uomo ci ha regalato emozioni e brividi
a non finire; probabilmente lui non se ne sarà reso conto, ma noi per questo
gliene saremo per sempre grati.
Marcelo in posa con gli eroi rivoluzionari |
Martiri della rivoluzione Sandinista |
Nel successivo e ultimo giorno a Leon salutiamo la città
passeggiando per le sue strade con i ragazzi del free walking tour; i loro
racconti sulla storia di questo luogo assumono un carattere più familiare
grazie alle parole di Marcelo del giorno precedente ed i murales incontrati
lungo il cammino sono per noi
espressione di un vissuto che ormai abbiamo iniziato a comprendere bene.
In questa lenta e piacevole giornata di congedo assistiamo
anche alle celebrazioni cittadine organizzate in occasione dell’anniversario
della nascita del celebre poeta nazionale Ruben Darío e ammiriamo con piacevole
sorpresa le opere esposte al museo d’arte nazionale, eccezionalmente aperto al
pubblico in forma gratuita per promuovere l’arte e la cultura di questo paese.
La tappa successiva del nostro viaggio sarà la città di
Granada e questa eterna rivale dovrà giocare bene le sue carte per non
sfigurare di fronte alla ricchezza di contenuti che Leon ha saputo regalarci
nei 3 giorni in cui ci ha accolto.
0 Comments:
Posta un commento